
1.Perché hai deciso di fare l’insegnante ? Il caso o la volontà ?
Un po’ per inclinazione (aiutavo i compagni e le compagne già da studente), molto per pigrizia.
2. L’insegnante è un personaggio pubblico, quindi è geloso della propria vita privata. Ma puoi raccontarci qualcosa … di inatteso, di divertente, di interessante ? Promettiamo di non dirlo a nessuno…
Credo di essere piuttosto prevedibile. Forse potrei ricordare la mia passione, non ricambiata, per la pallacanestro (il basket). Da ragazzo giochicchiavo nei giovani di Siena, e mi capitava di incrociare un bambino, molto più piccolo di me e appena un po’ più bravo, che palleggiava e tirava con grande rapidità. Era figlio di un giocatore di Pistoia: Joe Bryant. Si chiamava Kobe.
3. L’insegnante è un personaggio sempre in vista: qual è il tuo outfit preferito ?
Cosa significa “outfit”?
4. La domanda con l’imperfetto: come eri da piccolo ?
Avevo un brutto carattere, e dovevo avere un aspetto piuttosto femminile. Le amiche di mamma si complimentavano: “Che bella bambina!”
5.La domanda col condizionale: cosa faresti con un milione di euro ?
Mi riposerei un po’; viaggerei; mi dedicherei allo studio e alla scrittura. Sosterrei alcune cause in cui credo: l’ecologia, il disarmo.
6.La domanda con il verbo piacere : cosa ti piace del tuo lavoro ?
Mi piace il fatto di incontrare persone diverse, che hanno molto da insegnarmi. Mi sembra di viaggiare senza muovermi dalla mia città. Mi piace il fatto che molti studenti ritornano: e diventano amici veri, e li vedi crescere e cambiare a fianco a te. Mi piace anche il fatto di lavorare per due brave persone.